memorie

Gli anni successivi videro la goffa crisalide (io), mutata in una meravigliosa farfalla (sempre io).Ero ormai sverginato (campeggisticamente s’intende), smaliziato e un poco paraculo, mi facevo la barba, pesavo 90 chili ero una forza della natura, ma sopratutto facevo ridere, e tanto. Il 2° turno 1976 cominciò con una stella, a differenza di quello del ‘75 che era stato caratterizzato, invece, da una stalla. Non ero una bellezza immediatamente adonica, ero grossomodo un bestione, anche se rivedendo le mie foto dell’epoca oggi trovo che fossi niente male, però sapevo far ridere e l’ironia ed il sarcasmo era già stata una capacità di sopravvivenza dalla mia famiglia e perciò per me fare pisciare sotto dalle risate 100-150 ragazzetti era davvero una “passeggiata de salute”. La mia adolescenza invernale era abbastanza trista e quel cazzo di campeggio era tutto ciò che avevo per recuperare ossigeno per poi ritornare all’apnea del successivo inverno… In pochissimi giorni diventai un punto di riferimento del campo, facevo ridere, cosa rara gia’ allora, pare. Erano anni di pseudointellettualismo di sinistra, erano gli anni del CIOE’, delle mozioni, del femminismo spinto (che palle), io con soli 14 anni da spendere a mio vantaggio, di cui 13 a fondo perduto con tasso nominale piuttosto esiguo, mi affacciavo fiducioso alla vita…. un po’ come Nando Moriconi detto l’Amerecano camminava aitante e baldanzoso nei pressi della marana col cappello da David Crocket in testa, fischiettando yenky doodle dandy!!!! Erano gli anni della sperimentazione e del permissivismo. Il nostro era come dire autocensurante, non ricordo, sempre nell’ambito Ymca, fatti particolarmente trasgressivi. Qualcuno più figo rimorchiava ragazze, ci pomiciava, ci quasi scopava, qualche pompa ci scappava, lasciando magari delle tracce, io devo dire, per quel che mi concerne, che probabilmente le mie pompe avevano guarnizioni con ottima tenuta perché… non ne è rimasta traccia alcuna agli atti !!!!!. (anche se talvolta negli anni sono stato un tantinello birichino). Quell’anno grazie al trio “Simino – Di Zio – Tagliata – Nusì”, scoprii le arti marziali, non già come fenomeno cinematografico (allora Bruce Lee imperava ancora), ma come tangibile e reale fenomeno escatologico – comportamentale di tipo pasoliniano :se sgarravamo ci davano botte insomma. Questo trio di quattro giovanottoni a cui mancava un quinto per rimettersi in sesto, ci affascinava mostrandoci calci e pugni dritti, girati o volanti dai nomi talmente esotici e nipponici che già bastavano a metterti a terra, quando, poi, non passavano a dimostrazioni “ de facto” col “piccione” di turno, tutti d’accordo tranne uno, indovinate chi? Erano lezioni di autodifesa da strada, karatè coatto per periferici provetti a limite del neo realismo post sessantottino. Torbide storie di mala capitolina reali o inventate, ci facevano sognare e temere. Tutto sommato poche cose influirono sulle mia paure di ragazzetto come il Karate ( a parte la paura di perdere la vista,… ma per altra causa….). Inutile dire che cominciai a frequentare palestre di arti marziali e divenni anche in questo campo una indiscussa autorità…. sebbene spesso incompresa!!!! La vita al Campo era regolata con una dolce rigidità organizzativa .Ogni attivita’ era scandita, che dico accompagnta, che dico annunciata dalla campanella, e che campanella…. un campanaccio vaccino che veniva suonato dall’assistente al programma, (Marco Tagliata, Ciommei, Giancarlo Quarto, Alvise di Bulio solo per citarne alcuni della mia epoca). Veniva scampanato, in maniera tormentosa e straziante e mi era, negli anni, talmente entrato dentro…il cervello…, che una notte sognando Marco che lo suonava e mi svegliai! ***** Ero un grande (almeno questa era la convinzione di mamma') e ce la spassavamo Io, Gianni Cebastiano detto “pesce”, Gabriele Pernetti sarcastico e geniale, capitanati da Valter Timino, leader indiscusso del campo e della tenda, raramente ci siamo divertiti di più (parlo per me). quell'anno Valter stava con Paola Trillingsley , ma non vuol dire, gli volevamo bene lo stesso, e poi la domenica ci menava con rara competenza ed affetto con colpi di buon apprezzabile karatè stile shotokan, e io negli anni a seguire ne avrei fatto dono, a mia volta, ad un terribile ragazzaccio di nome Luca Pen dell’aia alto quasi un metro e ottanta al garrese a dodici anni assolutamente incontenibile: un evento della natura con una struttura fisica di quelle che potevi tranquillamente trovare nella antica mitologia greca …. formidabili quegli anni !!!!! Solitamente mi chiudevo con Luca e qualcun altro fortunato estratto a sorte nel boongalow quando non rigavano dritti (il che succedeva spesso) e li prendevo gaiamente a zoccolate (Pescura n. 45 color sabbia). Oggi quando lo fanno a mio figlio….la vedo diversamente…. Oh, naturalmente il capitolo donne non era stato ancora scritto, solo l'anno dopo mi strafeci come uno stracchino ( in francese : Petit Fatigué), per una certa Paola Poccolini, la quale, oltre a decantare nel sonno le bellezze ed i fasti de”les chateaux de la Loire” rappresentò un grande evento, infatti fu la prima ragazza ad interessarsi a me, tanto che se non erro, mi lasciò due giorni dopo per tale Siaccheri Claudio. Claudio Siaccheri ad onor del vero, pare avesse all’epoca un debole per le ragazze,che piacevano a me (infatti, una storia analoga accadde due – tre anni dopo per una certa, Ambretta Sbargaglia).Così fui mollato da Paola Poccolini per Siaccheri, che suonava i bonghi ed era onestamente più carino di me, ed, essendo più gettonato del sottoscritto si permetteva di stronzeggiare abbastanza con le ragazzette e le faceva soffrire ... (e me con loro), ma a Claudio non gli ho mai menato. Paola aveva una sorellina molto molto carina, forse Gabriella, che mi piaceva molto ma inconfessatamente perché sarei passato per pedofilo , ma dire di piu’ non so più, ne dell’una, ne dell’altra… Nel frattempo Franco Sardegna come nel programma televisivo “METEORE” appariva e scompariva dal firmamento ymca senza lasciare tracce apparenti. Suonava la chitarra divertendoci con le sue magliette university e col suo amico Marco Rossati detto Calvè o balena, gran battutista. A quei tempi Franco stava con Carla Trillingsley e di lei diceva, con la IMMANCABILE classe che spesso contraddistingueva le intimità di una tenda maschile adolescente, non disgiunta da puro savoir faire “a regà e’n frigorifero” (con la erre moscia). Marco Tagliata stava con Titti Pisolo detta: Tette pisolo, bella come poche, di lei, come per la noce moscata ne bastava un pizzico per dare aroma a sufficienza a tutto il campo. Le altre due sorelle di titti, francesca e Michela che ogni tanto incontro erano di bellezza notevole, ancor oggi…. Conobbi una buzzicona di nome Betta Cordisco divenne mia amica per lungo lungo tempo. …************** Mi rendo conto che il grande numero di particolari che affiorano, sono composti da una doppia natura e sono : il “piacere ed il -dolore” , l’agrodolce che accompagna l'evocazione di quei momenti; ed è proprio l'intensità di questo dolore-piacere che testimonia quanto quei momenti siano stati fondamentali. Sempre nel 1976 divenni buon amico di Gianni Sepastiano che aveva un fratello maggiore , Giorgio, ottimo suonatore di chitarra rock, Gianni, invece strimpellava con perizia e successo. Ovviamente il successo adolescenziale era individuato dal numero delle ragazze che ti ronzavano intorno , perché, se è vero che quelli erano gli anni che anticipavano il politically correct, del volemose bene, cioè, giuro guarda, ecc., è vero anche che noi ragazzetti eravamo sempre dei torellazzi post-puberali arrapati, e dico questo a discapito di qualunque panzana intellettuale fossimo in grado di raccontare a quei tempi, disposti a tutto pur di arrivare come dei fiorettisti ad una qualsiasi stoccata finale o simile con una ragazzetta!Gianni Sepastiano ragazzo onesto ragazzo probo si innamorò perdutamente di Bigoletta Marroncini. Gianni era un ragazzo di San Lorenzo,.. “un sacco dorce” con dei bei labbroni carnosi, negroidi, che credo attirassero non poco le labbra delle ragazzette. Era, come dice la canzone "un pianista di pianobar e suonerà finchè lo vuoi sentire non ti disturberà" a quei tempi gli volevo bene, ma in verità ero geloso di lui perchè: a) aveva un bel fisichetto; B) suonava la chitarra; C) cuccava alla grande; D) aveva il motorino un boxer verde, strumento essenziale, a me paternamente precluso (Una sera me lo prestò e ci feci un veloce giretto per la prima volta ero su un motorino… quasi impazzii dalla felicità ero ebbro di gioia mi sentii padrone del mondo… ma non del motorino) ; E) tutto questo nonostante facesse ridere meno di me, che ingiustizia adolescenziale!!! Tale Bigoletta Marroncini ragazzetta carina di buona famiglia, per quei tempi si sarebbe potuta definire “parolina”, ma è una affermazione non confermata perché l'ho conosciuta poco, la cosa strana, che ho sempre pensato, è che lei e Gianni si somigliassero fisicamente sembravano quasi fratello e sorella ... se Gianni non apriva quella bocca carnosa, diciamo molto terrena... insomma fu così che dopo un po’ la bella Nicoletta si stufo' di Gianni e si diede alla fuga e, Gianni mi promosse, sul campo, al grado di sensale ricucitore di fiducia, mi convinse a telefonare a Nicoletta la quale dopo pochi istanti fece cadere la comunicazione, e quando richiamai (immediatamente dopo) , fece dire dalla mamma che… non era in casa... fui molto imbarazzato, ma cosi’ mi imparavo a non immischiarmi !!! ****** Incalcolabile il numero delle persone e dei personaggi che premono per salutare dai finestrini del treno della memoria: Ripescando tra i ricordi più emblematici: Walter Timino che dire di uno dei miei miti dell' adolescenza? Occupa altari alla stessa altezza e della stessa importanza di quelli occupati da pensieri molto più terreni, ma non rivolti a lui .Un Thomas Milian elevato ai ranghi dell'intellighenzia della sinistra Ymca, fico, coatto artista marziale, karateca da strada, moro riccio e boccoluto, faccia da “fijo de na mignotta”, ... sognatore e filosofo ... come dire: un grande !!! ci credete che gli dedico un pensiero ancora mi commuovo?!!.Una pietra miliare sulla quale poggia la mia formazione adolescenziale, era venerato come verbo divino " l' ha detto Timino" sanciva, chiudeva e tagliava la testa a tutte le discussioni da tenda. Era un intellettuale e fine letterato, lettore di libri di fantascienza ( Urania precisamente) mi trasmise questa passione e così anche io, naturalmente, cominciai a leggere libri di Urania. Ci mise a conoscenza di un grande segreto : in realtà il suo nome era "SOM SIERI" era un alieno e veniva dal città-pianeta chiamata TRANTOR della galassia a testa di cavallo o a testa di birillo, non ricordo ( n° 349 di Urania).Questa storia la tirò in lungo come pasta a sfoglia e ci fece tutti e due i turni. Quando lo facevo ridere, e succedeva spesso, si disarticolava e si scompisciava (ma accadeva a molti); mi voleva bene ... ma tutti se volevamo bbene... era un volemose bbene collettivo che negli anni successivi credo ci abbia creato non pochi problemi relazionali... almeno, a me li ha creati per effetto della dolorosa disillusione. C'era un ragazzo che come me …Francesco Tonini che ribattezzai immediatamente Fantozzi e un po’me ne vergogno ancora, perchè in primis non se lo meritava ed in secundis il soprannome gli si attaccò immediatamente, come un tatuaggio e non se lo tolse più, suonava la chitarra classica da dio, pare fosse un allievo di un allievo di Segovia, non so se mi spiego. Francesco aveva cosce muscolosissime ,ma curiosamente camminava come un cammello… scusa Francesco … se ti ho rubato…